Lettera mensile Ottobre 2023

Eventi chiave

Sabato 7 ottobre rischia fortemente di essere il giorno più importante nonsolo del mese appena trascorso.

Quanto avvenuto quella mattina appena oltre i confini della Striscia di Gaza ha scatenato una serie di reazioni di complessa lettura ed interpretazione anche a quasi un mese di distanza. Il quadro geopolitico in Medio Oriente è immediatamente tornato al centro delle attenzioni di tutto il mondo.

“Multiple rockets fired from Gaza toward Israel. (CNN Producer, October 7th 0531GMT) / Israel says it is “at war” after Hamas surprise attack. ”
(BREAKING NEWS on CNN, October 7th 0908GMT) 

Il Medio Oriente è una regione calda da decenni, ma dallo scoppio della guerra in Ucraina non sembrava più essere il maggior fattore d’instabilità globale. Il suo improvviso e fragoroso rientro tra le preoccupazioni più sensibili è quindi stato accompagnato da un importante componente emotiva.

Difficile comprendere nell’immediato quali sarebbero state le ricadute di uno scenario dimenticato da qualche tempo, ma pur sempre in continuo divenire per quanto riguarda i sensibili equilibri oltre la regione. I timori di un allargamento del conflitto a tutto il mondo arabo erano più che giustificati.

Fino ad ora ciò non si è verificato ed è interessante segnalare come i mercati finanziari abbiano lanciato segnali tanto discordanti, quanto inattesi. Il corso dell’oro, bene rifugio per antonomasia, ha immediatamente proposto un forte rialzo. Il corso del petrolio, materia prima che in passato ha subito scossoni geopolitici, è per contro sorprendentemente salito in maniera ben più contenuta, restando sotto i massimi del mese di settembre. In casi d’incertezza geopolitica gli investitori cercano assets che forniscono maggior protezione. Alla logica domanda di USD, ovvero della moneta più importante, non ha fatto riscontro una discesa dei tassi d’interesse in USD.

Più specificatamente: in momenti difficili gli investitori cercano di parcheggiare i loro averi in obbligazioni del Tesoro USA, accontentandosi di una minore rimunerazione. Le condizioni finanziarie per l’economia USA sono diventate più severe (v. rifinanziamenti più esosi) e quindi la logica vorrebbe che un rallentamento economico venisse accompagnato da una discesa del costo del denaro.

In realtà molti Stati sono già sensibilmente indebitati (USA in primis, ma non solo) e quindi è altrettanto plausibile che chi compera loro bonds esiga una maggior retribuzione a fronte dei rischi di bonità. Inoltre nel 2024 si avrà un’ondata di rimborsi obbligazionari particolarmente ingente, con elevata richiesta di finanziamenti.

Non aiuta certo dover prendere nota come parecchi esponenti della Fed abbiano lanciato messaggi all’apparenza discordanti.

La realtà è che in questo momento il messaggio può essere solo di necessità di essere flessibili, ciò a causa dell’impossibilità di determinare quale potrebbe essere lo scenario futuro con maggior probabilità.

Prospettive

Comprendere ora quale sarà il futuro (anche di breve termine) più probabile è più complesso del solito .

Gli avvenimenti in Israele finiranno per destabilizzare il mondo arabo e quindi pesare su gran parte del globo? Al momento colossi quali soprattutto l’Arabia Saudita sembrano avere forte interesse affinché ciò non avvenga.

È però anche da ritenere come altre realtà (Iran in primis) in passato abbiano deciso di sfruttare momenti d’incertezza per rafforzare i propri interessi.

Non è inoltre possibile comprendere se e quali potrebbero essere gli scossoni con impatto sul principale scacchiere globale: quello che vede gli USA come capofila da una parte e la Cina fare altrettanto dall’altra. Le banche centrali devono gestire una situazione per certi versi contrastante: i segnali d’indebolimento congiunturale (soprattutto in Europa) non mancano e quindi si potrebbe pensare ad una riduzione del costo del denaro.

La realtà macroeconomica non è però univoca con comparti quali quello del lavoro negli USA che sembrano continuare a beneficiare di una buona situazione di base (tenuta dell’occupazione e soddisfazione delle sensibili richieste di aumento di stipendio nel mondo dell’automobile), ovvero con aspetti che non permettono di pronosticare ad una rapida discesa del costo del denaro.

Nelle scorse lettere abbiamo descritto di come i mercati finanziari già scontino molte notizie negative e quindi quelle positive, anche se di minore portata, potrebbero farsi sentire in maniera più sensibile.

La realtà più recente c’insegna però come timori e nervosismo di breve termine possono anche avere un forte impatto sui corsi di molti assets. In definitiva: è giusto pensare ad un quadro con opportunità, è d’obbligo restare vigili ed è d’importanza fondamentale implementare una costante gestione dei rischi.