Eventi chiave
La situazione geopolitica continua ad essere tesa e, soprattutto in Medio Oriente, il rischio di eventi singoli in grado di far precipitare la situazione si è fatto più acuto. Israele continua le sue operazioni militari nella Striscia di Gaza, la penisola araba è però stata teatro di scontri che fanno temere un intervento diretto dell’Iran. Uno sviluppo del genere porterebbe molto probabilmente i mercati finanziari a tenere conto con maggiore preoccupazione degli sviluppi geopolitici.
Il nuovo anno è coinciso con un chiaro aumento d’interesse per le elezioni USA (in programma per il 5 novembre 2024). Sono iniziate le primarie per scegliere il candidato repubblicano ed immediatamente Donald Trump ha confermato di essere di gran lunga il favorito numero 1. Anzi in pochi giorni molti sfidanti si sono ritirati dalla corsa. È vero che mancano ancora 8 mesi al momento della conta dei voti, ma la sensazione è che la sfida tra il presidente in carica ed il suo predecessore resterà incerta fino all’annuncio del verdetto finale (o forse anche oltre?). Per gli investitori non sarà certo semplice capire come posizionarsi a fronte del fatto che un rinnovo della Presidenza Biden coincida con scenari molto diversi rispetto all’eventuale (ri-) elezione di Trump. Interessante notare come la presidente della BCE, Christine Lagarde, abbia già affermato in un paio di occasioni di prevedere tempi difficili per l’Europa in caso di cambiamento dell’inquilino della Casa Bianca.
“We are prepared to maintain the current target range for the federal funds rate for longer if appropriate.” (commento formulato dal presidente della Fed J. Powell in occasione della conferenza stampa a seguito della riunione di direttorio del 31.01.24)
Le banche centrali hanno continuato a tenere banco tra gli investitori, i quali restano particolarmente interessati a capire la loro interpretazione dello sviluppo di inflazione e crescita economica. Negli ultimi mesi del 2023 si era instaurato il pensiero secondo il quale l’evoluzione del costo della vita (v. inflazione) si era fatto meno problematico e quindi rendendo possibile il taglio di tassi d’interesse a sostegno dell’economia. I mercati finanziari leggono ogni dato macroeconomico in quest’ottica e ogni presa di posizione dei banchieri centrali viene esaminata attentamente. Interessante quindi commentare lo sviluppo della situazione sul fronte del costo del denario. A fine 2023 le aspettative per la sua discesa avevano raggiunto livelli indubbiamente elevati e quindi nella prima metà di gennaio si è avuto un movimento di consolidamento. In seguito il quadro appena descritto (v. banche centrali sempre più dell’avviso che l’evoluzione dell’inflazione merita un giudizio positivo) è tornato a far virare verso il ribasso il costo del denaro.
Il governo cinese prosegue con la tendenza di misure a sostegno della congiuntura, la novità degli ultimi giorni è però quella relativa a misure incisive a sostegno dei mercati finanziari. Si tratta di un’evoluzione degna di nota visto come i politici di Pechino perseguano una politica incentrata su interventi graduali e quindi evitando decisioni e misure ad effetto.
Prospettive
I mercati finanziari hanno vissuto un mese di gennaio diviso in 2 parti: la prima dedicata ad un logico e salutare assestamento dopo un trimestre contrassegnato da performances di rilievo, mentre nella seconda si è tornati a prevedere uno scenario favorevole grazie alla possibilità di taglio dei tassi d’interesse. Ben difficilmente sarà però già per febbraio e quindi è da prevedere una continuazione dell’andamento altalenante vissuto nelle ultime 4 settimane e mezzo. È pertanto probabile che il flusso di notizie sarà il maggior motore per i mercati finanziari. Resterà quindi alta l’attenzione per i risultati societari e lo sarà ancora di più per la pubblicazione dei principali dati macroeconomici. Non sono previste riunioni delle principali banche centrali per il mese di febbraio (eccezione per la Bank of England in seduta proprio il primo giorno), non mancheranno però gli appuntamenti dove i loro esponenti potranno esprimere pensieri, prospettive, visioni e preoccupazioni.
La geopolitica difficilmente resterà alla finestra. I conflitti Russia-Ucraina e ed in Medio Oriente sono ben lontani dall’essere risolti. Soprattutto più a Sud si è tornati a parlare di sforzi per una tregua, ma è molto difficile pensare che si possa andare oltre, anzi resta in agguato la pesante spada di damocle costituita dall’atteggiamento dell’Iran.