Lettera mensile Febbraio 2024

Eventi chiave

Febbraio è risultato un mese molto interessante sotto molti aspetti: sia di carattere generale, sia relativi ai mercati finanziari.

Il conflitto in Ucraina è tornato prepotentemente al centro delle attenzioni a seguito degli sviluppi favorevoli agli invasori sul campo di battaglia e della rinnovata attività politica. A 2 anni dallo scoppio della guerra nemmeno s’intravvede la possibilità anche solo di una tregua, anzi dalla politica sono giunti segnali di irrigidimento. Putin si mostra più risoluto che mai, mentre nel resto dell’Europa sembra si debba dover prendere nota che la situazione si è fatta più delicata. La Svezia con determinazione è riuscita ad avere tutte le autorizzazioni necessarie per entrare a fare parte della NATO. Macron recentemente non ha addirittura escluso l’invio di truppe in Ucraina ed alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza si è parlato soprattutto di incrementare le spese militari. In precedenza Trump aveva gettato benzina sul fuoco, invitando la Russia ad aggredire le nazioni che non spenderebbero abbastanza  a favore della loro difesa. A Washington il programma di ulteriori finanziamenti all’Ucraina è bloccato. Infine Putin ha ricordato di avere la possibilità di colpire direttamente le nazioni europee.

“Anything is possible if it is useful to reach our goal … Russia cannot win this war” Macron chiarisce la posta in gioco in Ucraina (26.02.24)

Il quadro in Medio Oriente non è cambiato: Israele continua a promuovere operazioni militari nella Striscia di Gaza ed in generale la tensione (soprattutto al largo delle coste dello Yemen) resta alta.

La campagna elettorale negli USA è già molto combattuta, malgrado ci si trovi ancora ad oltre un semestre dall’apertura dei seggi. Trump ha saldamente in mano la Nomination Repubblicana e non perde occasione per promettere un deciso cambiamento di rotta della politica stelle e strisce. In Europa si inizia a prevedere come reagire ad uno scenario del genere. In realtà la contesa resta molto incerta.

Per quanto attiene alla macroeconomia si è preso nota della solidità dell’andamento congiunturale USA: al momento il rischio di recessione è diminuito rispetto ad inizio anno; inoltre sul fronte dell’inflazione la Fed non perde occasione per consigliare ai mercati finanziari di non essere troppo esigenti nel prevedere tagli di tassi d’interesse già nella prima parte dell’anno. In Europa si hanno segnali congiunturali meno solidi rispetto all’altra sponda dell’Atlantico: lo testimoniano i dati pubblicati, ma anche la portata delle proteste di piazza da parte di fette di popolazione particolarmente scontente della qualità della loro vita. La BCE manda però segnali in linea con quelli della Fed: le autorità monetarie preferiscono avere indicazione più solide circa la tendenza ad un’evoluzione dei prezzi più contenuta e stabile. Solo quando la convinzione dei rappresentanti delle banche centrali sarà maggiore, sarà possibile procedere con la riduzione dei tassi d’interesse.

In Cina le autorità si sono preoccupate di dare maggior solidità ai mercati azionari, prendendo delle decisioni di vasta portata atte a mettere fine al sensibile movimento al ribasso dei vari listini. Le borse, alla riapertura dopo la settimana di vacanza per festeggiare il Capodanno, hanno mostrato di gradire l’intervento dello Stato.

Prospettive

La situazione geopolitica è peggiorata nel corso delle ultime settimane. Un conflitto armato nel continente (Ucraina) ed un altro alle porte (Striscia di Gaza) sono realtà di peso per l’Europa. Le situazioni di stress per il mondo politico sono quindi destinate a farsi più pesanti. Tale realtà va ad accumularsi con diversi altri aspetti tutt’altro che agevoli. Le proteste interne sembrano aver perso di vigore, ma le ricadute della campagna elettorale USA (e segnatamente le intenzioni di D. Trump) sicuramente non daranno benefici particolari. È oggettivamente non semplice tenere conto dell’esito di queste elezioni, si prospettano infatti scenari assolutamente diversi a dipendenza di chi verrà eletto.

Si entra nell’ultimo mese del primo trimestre con una situazione particolare: la congiuntura sta sorprendendo per resilienza e i mercati azionari non si sono fatti impressionare dall’avviso delle banche centrali circa la necessità di non prevedere tagli di tassi d’interesse già a corto termine. È inoltre tutt’altro che comune il fortissimo interesse per tendenze strutturali. Le ultime settimane sono state contrassegnate da performances interessanti, ma non facilmente sostenibili nel lungo termine. Nel contempo in passato l’entrata nel secondo trimestre è stata spesso contrassegnata da movimenti di consolidamento. È quindi opportuno restare vigili sull’interazione tra dati congiunturali, prospettive delle banche centrali e andamento mercati finanziari. Il costante monitoraggio degli eventi e della loro evoluzione rimane fondamentale per adattare tempestivamente il portafoglio alle mutanti condizioni ed allo sviluppo improvviso di scenari differenti.