Lettera mensile Dicembre 2023

Eventi chiave

La geopolitica non ha rappresentato il fattore d’interesse principale durante il mese di dicembre. Non si sono infatti avute novità di particolare rilievo. Sull’asse Washington-Pechino non si sono registrate iniziative degne di nota e quindi il summit di metà novembre a San Francisco, almeno per il momento, sembra costituire un episodio isolato.

I conflitti armati tra Israele ed Hamas come pure tra Russia ed Ucraina continuano a svilupparsi su un terreno che non lascia per il momento spazio alcuno a delle possibilità di distensione. Anzi: dicembre si era aperto con la fine della tregua nella Striscia di Gaza e nessun sforzo diplomatico è riuscito a riattivarla.

Si è per contro dovuto prendere nota di come le rotte navali del Mar Rosso siano diventate più pericolose.

“Recent indicators suggest that growth of economic activity has slowed from its strong pace in the third quarter. … Inflation has eased over the past year but remains elevated.“ (estratto dal comunicato della Fed dopo il meeting del 13.12.23)

Economia e finanza hanno, a differenza della geopolitica, vissuto un mese contrassegnato da una continua evoluzione della situazione e ciò a seguito della divulgazione di notizie di particolare interesse.

Gli ultimi dati sullo sviluppo dell’inflazione hanno fornito ulteriore evidenza a quanto già emerso in novembre: i forti rialzi di tassi d’interesse implementati dalle banche centrali su entrambe le sponde dell’Atlantico settentrionale stanno avendo l’effetto ricercato.

Nel contempo aumentano i segnali che indicano come la crescita economica stia segnando il passo. Si manifesta quindi un quadro interessante e potenzialmente meno complesso per Fed e BCE. Per buona parte del 2023 l’alto costo della vita le ha infatti obbligate a tenere conto più di questo aspetto che non della prospettiva di stimolare la crescita economica. Stando agli indicatori macroeconomici più recenti si va ora verso una situazione contrassegnata da un apprezzabile spazio di manovra per entrambi gli istituti.

A metà mese sia Fed, sia BCE hanno tenuto la loro regolare riunione e l’interesse degli investitori si è concentrato sulle potenziali linee di tendenza della politica monetaria. È importante porre in evidenza come si sia giunti a questi appuntamenti con i mercati obbligazionari già sensibilmente orientati a favore dell’inversione di tendenza in merito all’evoluzione del costo del denaro.

Gli investitori sembrano quindi già convinti che dovrebbe mancare solo qualche mese al primo taglio dei tassi d’interesse. Per contro le conferenze stampa tenutesi a Washington ed a Francoforte sono state caratterizzate da intenzioni non propriamente in linea con le aspettative dei mercati finanziari. In realtà Lagarde è stata parecchio risoluta nel puntualizzare come non si sia ancora nemmeno discusso di riduzione del costo del denaro; Powell per contro ha avuto toni meno delineati, ma si è ben guardato dal dichiarare vittoria sull’inflazione.

La Cina continua a convivere con un quadro macroeconomico ben diverso dal resto del mondo, dove permane la chiara necessità di stimolare l’economia. La politica rimane quella di interventi con obiettivi mirati. In altre parole: a fronte di una situazione piuttosto preoccupante, le autorità non intendono passare a stimoli su vasta (v. -issima) scala.

Prospettive

La realtà geopolitica non ha praticamente inciso in dicembre, ma è bene ricordare come non manchino le realtà potenzialmente pericolose per gli equilibri globali. D’obbligo inoltre ricordare come il 2024 sia anno elettorale negli USA. La scadenza (05.11.24) è ancora lontana, ma retorica tra candidati e paragoni con il passato sono destinati a stuzzicare l’interesse degli investitori con importante anticipo sul termine elettorale.

La situazione macroeconomica ha portato i mercati finanziari a prevedere con decisione un’inversione di tendenza nella politica monetaria di Fed e BCE già nel periodo a cavallo tra primo e secondo trimestre 2024.

È convinzione diffusa tra gli investitori che si vada verso un rallentamento della crescita economica e ciò obbligherà entrambi gli istituti a ridurre il costo del denaro per evitare una recessione. Al momento si pensa quindi con decisione ad uno sviluppo indubbiamente positivo: taglio di tassi d’interesse eseguito in maniera da portare solo ad una limitata flessione della crescita. Si tratta invero di uno degli scenari migliori che ci si possa augurare, anzi d’obbligo dire che già si sconta una realtà indubbiamente positiva. I mesi di novembre e dicembre hanno insegnato che i mercati finanziari sanno puntare con forte convinzione ad un particolare scenario e quindi avviare movimenti di grande solidità per portata e durata.

È quindi importante rimanere posizionati tenendo in debita considerazione le tendenze in essere, ma nel contempo attuare una gestione del rischio che permetta di avere investimenti in grado di attutire bruschi cambiamenti di direzione.

È con vivo piacere che formuliamo a voi ed ai vostri cari i nostri migliori auguri di Buon Anno!