Lettera mensile Agosto 2023

Eventi chiave

Il quadro geopolitico di agosto non ha presentato particolari novità d’interesse per i mercati finanziari, ovvero è rimasto in essere un clima di tensione.

L’evento di maggior rilievo è stato il vertice dei BRICs in Sud Africa (22-24). È stata l’occasione per riconfermare come il mondo vada sempre più verso una divisione in 2 aree distinte: da un lato chi è sulla lunghezza d’onda degli Stati Uniti, mentre sull’altro sembra proprio essere la Cina ad avere la maggior influenza.

Interessante far notare come in termini globali da una parte si ha oltre la metà del PIL rispetto ad oltre il 50% della popolazione presente dall’altra.

La Cina sul piano internazionale ha sempre più peso, per contro è confrontata con una situazione interna contrassegnata principalmente da problemi (soprattutto di crescita economica e di indebitamento) tanto noti, quanto reali.

Il governo ha confermato di perseguire la strategia mirante alla loro soluzione con misure puntuali, mentre il desiderio dei mercati finanziari sembrerebbe piuttosto quello di poter avere drastiche iniziative di portata totale. Le notizie principali per quanto attiene al conflitto tra Russia e Ucraina sono 2: lo sforzo di liberazione sembra prendere sempre più vigore e la scomparsa di Prigozhin ha confermato l’egemonia di Putin.

“BRICS and Africa: Partnership for Mutually Accelerated Growth, Sustainable Development and Inclusive Multilateralism”.
(il tema dell’evento) 

 

Agosto è stato un mese ben interessante e variegato dal punto di vista degli intrecci tra macroeconomia, banche centrali e mercati finanziari. Nelle prime 3 settimane si è guardato ai segnali di buon andamento dell’economia USA, ma poi i verbali relativi alla riunione della Fed di fine luglio in tema di inflazione hanno evidenziato preoccupazioni oltre le aspettative.

L’imminente annuale riunione dei banchieri centrali di Jackson Hole (24-26) è quindi stata vista con particolare timore dagli investitori, essi erano memori di come nell’edizione precedente dell’evento la presa di posizione di J. Powell (Chair Fed) avesse causato forti turbolenze sui mercati finanziari. Per finire la paura si è rivelata superiore alla realtà, evoluzione che ha portato ad una ripresa di fiducia. L’intervento della signora Lagarde (presidente della BCE) è stato supportivo, essa ha infatti evitato (a differenza di quanto fatto a lungo prima dell’ultima riunione dell’istituto) di confermare a priori ulteriori rialzi dei tassi d’interesse.

Bisogna però immediatamente e chiaramente segnalare come Fed e BCE al lato pratico siano sempre più “data dependent”, ovvero come la loro politica futura dipenda sempre di più da quanto verrà segnalato dalla pubblicazione dei dati macroeconomici. Per riassumere: è giusto pensare che si sia arrivati (almeno) molto vicini al livello massimo relativo al costo del denaro in questa fase. Le prossime mosse (sia in ottica rialzista, sia in quella ribassista) dipendono però a questo punto da come le rispettive economie si assesteranno dopo una lunga serie di rialzi di tassi d’interesse.

Prospettive

“Data dependent” è il mantra di Fed e BCE e gli investitori al momento vi prestano grande attenzione. A corto termine è quindi alto il rischio che i mercati finanziari reagiscano con grande vigore ad ogni segnale e l’esperienza insegna come in un breve lasso di tempo in questa fase del ciclo economico essi possano essere contrastanti. Oltre il breve termine la sensazione è che il quadro relativo all’inflazione sia destinato a migliorare, mentre la crescita macroeconomica sia più solida . Si tratta quindi di una realtà supportiva per i mercati finanziari. Inoltre proprio in questi giorni qualche economista pone in evidenza il rischio di importare deflazione dalla Cina.

Tutti questi concetti ci portano a prevedere Fed e BCE attente ad interpretare al meglio l’attuale fase interlocutoria in termini macroeconomici, riteniamo che esse saranno altrettanto vigili nel non fornire spunti particolari ai mercati finanziari. In altre parole: è da prevedere una politica d’informazione moderata e soprattutto attenta ad evitare situazioni che possano fornire spunti per speculazioni. Insomma: interessante situazione macroeconomica non implica (ancora?) quella solidità necessaria a superare ogni scossone da parte dei mercati finanziari. In termini geopolitici, ora come ora, non si può prevedere che le tensioni in essere da molti mesi siano destinate a stemperarsi.

È vero (come del resto detto all’inizio) che ad esse i listini di borsa (proprio perché in essere da tempo) sembrano essere assuefatti, ma è altrettanto vero che la particolarità dell’attuale momento macroeconomico non permette di pensare ad una situazione in grado di supportare senza problemi ogni tipo di scossone. Dal punto di vista della ciclicità dei mercati finanziari il mese di settembre è quello meno favorevole, per contro in anni con andamento come quello avuto nel primo semestre 2023 le statistiche parlano di maggior probabilità per un trimestre finale con andamento positivo.