Lettera mensile Settembre 2024

Eventi chiave

Le notizie più rilevanti di settembre sono arrivate dalle banche centrali e dalla geopolitica, con un focus particolare sui conflitti armati e l’approssimarsi delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

Il confronto tra i due candidati alla presidenza USA resta acceso. In occasione del loro unico dibattito televisivo, si è avuta conferma di come nessuno abbia possibilità di avvantaggiarsi sull’altro. Harris e Trump hanno ribadito di avere una visione tutt’altro che simile sia sul futuro della propria nazione, sia sul suo ruolo sullo scacchiere globale.

La tensione resta in crescita su entrambi i principali scenari di guerra presenti a livello globale. In Ucraina si potrebbe pensare che le parti cerchino di conquistare la miglior posizione possibile in vista di eventuali colloqui per un armistizio.

Tuttavia, la realtà è quella di contendenti che continuano a gettare benzina sul fuoco delle attività militari. In Medio Oriente, si è assistito a una pesante recrudescenza delle operazioni belliche.

Il centro del conflitto si è spostato sul Libano: nessuna delle parti fa mistero di voler unicamente mirare al raggiungimento ad ogni costo dei propri obbiettivi, ritenendo di poter attuare qualsiasi strategia senza dover soppesare più di quel tanto le conseguenze sulla situazione umanitaria e sulla stabilità di una regione fondamentale per equilibri che vanno ben oltre i suoi confini.

““We will continue to follow a data-dependent and meeting-by-meeting approach to determining the appropriate level and duration of restriction.” (12.09.24, Ch. Lagarde, President of the ECB)

Le riunioni delle banche centrali dopo la pausa estiva hanno mantenuto le premesse di costituire appuntamenti di grande importanza.

La prima a trovarsi è stata la BCE: i mercati hanno preso nota dell’atteso taglio dei tassi d’interesse (-25bps) e si sono maggiormente concentrati sul messaggio inerente al futuro.

L’istituto ha scelto di non orientarsi verso uno scenario di necessità di incremento dello stimolo alla congiuntura, un atteggiamento che ha avuto come conseguenza la mancata fornitura di un chiaro messaggio di tendenza. Le notizie negative provenienti dall’economia, in particolare quella tedesca, non hanno però impressionato i mercati; al contrario, hanno aumentato le aspettative che la BCE possa tagliare i tassi in occasione del prossimo meeting in programma per il 17 di ottobre.

La Fed ha sorpreso con un taglio del costo del denaro di ben 50bps (la maggioranza delle attese era per -25). Il presidente Powell ha avuto il non evidente merito di convincere i mercati che un movimento di portata inusuale è permesso dalle condizioni attuali e non è dettato dalla preoccupazione per un eventuale sensibile deterioramento della realtà economica.

La Banca Nazionale Svizzera (ricordiamo essere l’unica che si riunisce su base trimestrale) ha confermato le aspettative di taglio di 25bps. Gli economisti hanno commentato la decisione parlando di movimento mirante principalmente a calmierare la forza del CHF come richiesto dal mondo imprenditoriale.

La Bank of Japan si è confermata quale unico tra i principali istituti a perseguire una politica restrittiva, anche in questo caso si tratta di un atteggiamento ampiamente previsto dai mercati.

A fine mese il governo cinese ha adottato imponenti misure fiscali senza precedenti a sostegno dell’economia e la banca centrale ha agito nella medesima maniera dal punto di vista monetario. Si tratta di decisioni non comuni per la seconda economia globale e quindi non propriamente attese dagli economisti; il tutto a conferma della gravità della situazione.

Prospettive

Entriamo nel periodo contrassegnato dalla pubblicazione dei risultati societari trimestrali ed a ridosso delle elezioni presidenziali USA con una situazione non uniforme tra le diverse classi di asset. In molti casi già si sconta con decisione il successo delle banche centrali nell’evitare una pesante recessione; in altri, invece, il messaggio trasmesso dall’andamento dei mercati è decisamente più cupo.

Le principali attenzioni rimarranno quindi concentrate sulla pubblicazione dei dati macroeconomici e sui segnali provenienti da Fed e BCE. Abbiamo visto, tra luglio e agosto, come eventi imprevisti possano creare forti turbolenze. In quei frangenti è stato di fondamentale importanza avere investimenti capaci di attutire la volatilità e strumenti che permettano di reagire agilmente. Da molti mesi i conflitti bellici sembrano pesare relativamente poco sullo sviluppo della maggior parte dei mercati finanziari, una situazione che però si scontra con una realtà in costante peggioramento.

A poche settimane dalle elezioni politiche negli USA, resta difficile prevedere quali saranno gli scenari (presidenza e parlamento) che caratterizzeranno la prossima legislatura.

Il 5 novembre sarà una data cruciale, ma non è detto che ci sarà subito una chiara visibilità sull’orientamento della nazione più importante per sviluppo congiunturale e per influsso geopolitico. Infine, è interessante notare come il 2024 si stia caratterizzando per un’evoluzione dei mercati finanziari tra fine estate e inizio autunno in netto contrasto con la stagionalità tipica di questo periodo.