Lettera mensile Ottobre 2024

Eventi chiave

La situazione geopolitica si fa sempre più tesa; tuttavia i mercati finanziari rimangono per lo più impassibili, continuando a concentrarsi su prospettive di crescita congiunturale, evoluzione dell’inflazione e degli utili aziendali. Solo l’oro, tradizionale bene rifugio, sembra risentire degli eventi. Lo stazionamento delle truppe nordcoreane in Ucraina ed i raid aerei incrociati tra Israele ed Iran evidenziano come i conflitti regionali tendano a coinvolgere in prima persona attori internazionali su scala sempre più ampia.

Nel frattempo, le tensioni tra Cina e Taiwan sono aumentate, alimentate da una serie di esercitazioni militari condotte dalla Cina vicino all’isola. L’evoluzione geopolitica sta evidenziando il rafforzamento di alcune alleanze (v. Russia con Iran e Corea del Nord) che potrebbero anche non essere particolarmente gradite ad altri attori (v. Cina).

Tra i principali eventi politici sempre dell’ottobre 2024 vi sono la campagna elettorale negli Stati Uniti, dove i candidati stanno intensificando gli sforzi in vista delle elezioni, e la riunione dei BRICS in Russia. Quest’ultima si è focalizzata sul rafforzamento delle relazioni economiche e sulla possibile espansione del gruppo, con l’obiettivo di creare un blocco più influente a livello globale.

Entrambi gli eventi hanno avuto un impatto sul contesto geopolitico, con i BRICS che esplorano alternative economiche alle valute tradizionali e gli Stati Uniti concentrati sulla politica interna e sulla proiezione globale della loro economia.

“Russian navy ships transferred 1,500 North Korean special operation forces to the port city of Vladivostok between 8 and 13 October.”
(NIS, National Intelligence Service South Korea, 18.10.24)

I comitati delle principali banche centrali (ad eccezione di BCE e BoJ) non avevano riunioni programmate per ottobre. L’attenzione degli investitori si è quindi concentrata sulla pubblicazione dei dati congiunturali.

Negli Stati Uniti l’evoluzione del quadro macroeconomico ha riservato sorprese, con una tenuta più forte del previsto sia della crescita sia dell’inflazione, portando a un cambiamento delle aspettative sulle future mosse della Fed, la cui prossima riunione è prevista per il 7 novembre.

Al contrario, la congiuntura economica europea appare meno robusta e la BCE a metà mese ha risposto con una riduzione dei tassi di 25 punti base. In quest’occasione la presidente Lagarde ha dichiarato fiducia nel rientro dell’inflazione nei parametri di Maastricht.

Da ritenere come proprio gli ultimissimi dati pubblicati nel mese abbiano segnalato che il costo della vita tende ora a restare stabile anche nel Vecchio Continente. Gli investitori devono quindi prendere nota come i quadri economici sulle sponde dell’Atlantico settentrionale stiano dando segnali piuttosto diversi dalla realtà di inizio mese.

La Bank of Japan non ha preso decisioni sorprendenti.

Il governo cinese ha proseguito con l’adozione di misure di sostegno alla crescita economica. A fine del mese scorso si erano avute le prime mosse in questo senso e gli investitori avevano reagito con slancio, per contro nelle settimane seguenti si sono mostrati più prudenti.

Prospettive

In questo momento, gli investitori a livello globale sono focalizzati quasi esclusivamente sulle elezioni negli Stati Uniti. Nelle ultime settimane, l’attenzione si è concentrata in particolare sulla pubblicazione di alcuni sondaggi, tra cui quello di Polymarket, che evidenziano un chiaro vantaggio di Trump su Harris.

Ci si attende dunque un governo più orientato alla politica domestica, con possibili effetti inflattivi derivanti da un approccio pro-business e dall’imposizione di dazi doganali.

Un aumento del costo della vita potrebbe, in altre parole, portare a un rialzo dei tassi d’interesse, favorendo così l’attrattività del dollaro e un contesto storicamente propizio per l’oro. È importante notare che pochi giorni dopo le elezioni del 5 novembre si terrà l’ordinaria riunione della Fed (il 7), per la quale le aspettative si sono evolute significativamente. La domanda iniziale “Si avrà un altro taglio di 50bps dei tassi d’interesse?” ha ceduto il posto a “Non si taglierà?”.

Sebbene l’opinione prevalente resti per una riduzione di 25bps, questo cambiamento sottolinea quanto gli investitori saranno attenti a verificare se le priorità della Fed rimarranno quelle di “prima sostenere la congiuntura, poi controllare l’inflazione” o se il comitato guidato da J. Powell dovrà prendere atto di una realtà mutata.

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, molti gestori si concentrano principalmente sulla preservazione della performance raggiunta e sulla preparazione dei portafogli per il 2025. Questo porta spesso a una riduzione dei volumi e favorisce il cosiddetto rally di fine anno, anche se va notato che l’autunno 2024 si sta distinguendo per dinamiche ben diverse dalla tipica stagionalità di un periodo tendenzialmente difficile.