Lettera mensile Marzo 2025

Eventi chiave

Donald Trump ha confermato anche a marzo la sua coerenza con uno stile comunicativo e una visione strategica che restano fedeli a sé stessi: diretti, spiazzanti e profondamente atipici.

Eppure, nonostante il tempo e la ripetizione del copione, il mondo continua a faticare a capacitarsi del fatto che un presidente degli Stati Uniti possa affidarsi ad una linea tanto distante dal concetto tradizionale di diplomazia, anzi un tempo inimmaginabile per chi ricopre un ruolo di tale responsabilità.

Una forma di comunicazione ed interazione internazionale che resta difficile da assimilare, proprio perché rompe in modo radicale con le consuetudini istituzionali.

Sembra evidente che tale irruenza sia parte di una strategia mirata a massimizzare il proprio margine di manovra e la capacità di posizionamento, ma porta con sé un rischio elevato di effetti collaterali, tanto imprevisti quanto potenzialmente dannosi sia sul piano interno, sia nelle relazioni globali.

Sia Trump, sia il Segretario al Tesoro Bessent più volte hanno ribadito come per poter godere di miglioramenti importanti si debba dover passare da un futuro di breve termine contrassegnato da qualche peggioramento.

All’inizio del mese, il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz ha reso noto il proprio programma politico, suscitando particolare attenzione con l’annuncio, poi ratificato dal parlamento, dell’abolizione del cosiddetto “freno all’indebitamento”.

La misura, volta a sostenere l’economia attraverso un aumento degli investimenti, in particolare nei settori della difesa e delle infrastrutture, rappresenta un netto cambio di rotta nella tradizionale politica fiscale tedesca.

Se il passaggio dalle intenzioni ai fatti non ha stupito gli osservatori più attenti, sono state enfasi e portata dell’azione a generare reazioni forti, segno che un cambio di paradigma così deciso da parte di Berlino non fosse scontato.

“Especially in current conditions of rising uncertainty, we will follow a data-dependent and meeting-by-meeting approach to determining the appropriate monetary-policy stance,”
(Christine Lagarde, President ECB 20.03.25)

Le banche centrali hanno fornito indicazioni significative nel corso del mese: Fed, BCE e BNS non hanno nascosto la loro preoccupazione per la crescente incertezza legata alla tematica dei dazi doganali imposti dagli Stati Uniti.

BCE e BNS hanno inoltre segnalato come i recenti tagli dei tassi d’interesse abbiano ormai portato la politica monetaria al di fuori della zona “restrittiva”. In altre parole, eventuali misure ulteriormente espansive dipenderanno sempre più dall’evoluzione del ciclo economico e, soprattutto, dall’andamento dell’inflazione.

Dalle dichiarazioni provenienti da Francoforte e Berna è emerso un chiaro messaggio di prudenza, in un contesto in cui le iniziative di politica fiscale richiedono una valutazione attenta per evitare effetti collaterali sull’equilibrio macroeconomico.

La Fed aveva già espresso a fine gennaio un orientamento simile e, in occasione della riunione ordinaria del 19 marzo, ha ribadito che il proprio mandato prevede un equilibrio tra la stabilità dei prezzi e la promozione del massimo livello di occupazione possibile.

Un richiamo implicito alla necessità di non trascurare la dimensione reale dell’economia, anche in una fase di incertezza geopolitica e commerciale.

Prospettive

Lo scenario macro rimane caratterizzato da incertezze legate all’evoluzione geopolitica, all’orientamento delle politiche fiscali e al comportamento di imprenditori e consumatori.

Le banche centrali si muovono con prudenza, lasciando intendere che nuovi stimoli monetari saranno subordinati all’evoluzione dell’inflazione. In questo quadro, la diversificazione si conferma lo strumento principale per navigare la complessità.

Una costruzione di portafoglio equilibrata, che integra asset decorrelati e strategie complementari, rappresenta il miglior approccio per contenere la volatilità e preservare valore nel medio periodo. Privilegiamo esposizioni di qualità, settori resilienti e aree geografiche con solidi fondamentali, evitando concentrazioni eccessive che potrebbero amplificare i rischi.

La capacità di adattarsi e di gestire il rischio in modo dinamico sarà determinante. Continuiamo a credere in una gestione attiva, disciplinata e ben diversificata come chiave per affrontare con fiducia le sfide e cogliere selettivamente le opportunità che si presenteranno.