EVENTI CHIAVE
Dopo avere aggredito con violenza il sud dell'Europa e soprattutto l'Italia a fine febbraio il CoVid19 si è esteso a tutta l'area europea e, nella seconda parte del mese, è sbarcato anche negli Stati Uniti.
La situazione di emergenza sanitaria resta estremamente elevata anche se negli ultimi giorni del mese abbiamo potuto vedere alcuni primi dati incoraggianti: le statistiche in Italia indicano un possibile rallentamento dei contagi ed alcuni dati provenienti dalla Cina (supportati da dichiarazioni rilasciate da grandi aziende internazionali) fanno intuire il paese asiatico sta lentamente uscendo dalla grave crisi.
Fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria tutti i governi si sono adoperati per cercare di arginare impatto economico dettato dalle misure il contenimento del virus implementate a livello globale.
Le cifre messe sul tavolo dai principali governi sono particolarmente importanti: guidano la classifica, in termini assoluti, gli Stati uniti con 2’000 miliardi di USD (pari al 10% del Prodotto Interno Lordo annuo); non sono da meno anche alcuni paesi europei, con importi superiori a al 10% del loro PIL.
A fianco degli aiuti fiscali previsti, si sono mosse anche le principali banche centrali: la FED annunciando dapprima un significativo taglio dei tassi di riferimento (passati da 1.0% a 0%) e comunicando in seguito ulteriori importanti misure a favore dell’economia.
La banca centrale europea ha dapprima annunciato un incremento del programmato QE mensile ed in seguito ha confermato la possibilità di utilizzare ulteriori piani di finanziamento mirati.
In questo scenario continentale manca un pezzo importante del puzzle: i paesi dell’UE non riescono a trovare un accordo per implementare un programma di aiuti comune. I ministri delle finanze hanno a disposizione alcuni giorni per varare un piano univoco (che andrebbe ad aggiungersi a quelli nazionali) quale la creazione di Euro(Corona)bond, ma la realizzazione di una strategia unitaria sembra ancora lontana.
Anche nel resto del mondo governi e banche centrali stanno varando dei piani di sostegno all’economia, che verranno implementati nel corso dei prossimi mesi al fine di contenere un rallentamento economico globale e favorire una ripresa post CoVid19.
In questo contesto già estremamente difficile, si è inserito anche il contrasto nato all’interno dell’OPEC, che ha di fatto causato l’abbandono delle quote di produzione dei paesi membri ed è sfociato in un tracollo del prezzo del petrolio, sceso del 54% nel corso del mese di marzo (e del 62% dal 19 febbraio).
I mercati finanziari (a dipendenza degli indici) hanno vissuto il peggior trimestre degli ultimi 10/30 anni (alcuni valori di correzione mensile sono riportati nella colonna arancione), ma è opportuno sottolineare che dai massimi dell’anno, raggiungi alla vigilia del primo caso di CoVid19 in Europa, le flessioni sono state molto più importanti (19 febbraio – 31 marzo): Eurostoxx50 -27%, S&P500 -22%, Smi -17%.
Senza dimenticare il mondo obbligazionario che, soprattutto a causa di una rarefazione della liquidità, ha fatto registrare delle flessioni importanti, in gran parte dettate proprio dalla carenza di scambi che hanno spinto i prezzi di alcuni titoli societari eccessivamente al ribasso.
Prospettive
Risulta in questo momento particolarmente difficile fare delle previsioni: sul fronte sanitario la situazione rimane estremamente critica e l’impatto sulla crescita economica sarà significativo. Allo stesso momento come abbiamo
visto governi e banche centrali stanno attivando delle misure di contenimento e di stimolo economico con l’obiettivo di mitigare gli effetti del lockdown internazionale e stimolare la crescita una volta superata la fase critica della pandemia (a tal proposito da segnalare un altro potenziale intervento di 2'000mia a favore delle infrastrutture, in discussine attualmente negli USA).
Tali misure avranno sicuramente degli effetti a medio lungo termine, ma attualmente è probabile che permanga una situazione di elevata volatilità.
Sul mondo obbligazionario si vedono i primi segnali di ripresa dell’attività, ma si dovrà avere pazienza prima di poter tornare rivedere delle valutazioni “corrette”, mentre, con la dovuta prudenza, il mondo azionario potrebbe offrire delle opportunità di investimento con visione a 1/2 anni.