Lettera mensile Maggio 2024

Eventi chiave

In maggio il panorama geopolitico è rimasto sostanzialmente invariato, le notizie in alcuni casi si sono però fatte più gravose e cariche di tensioni, riflettendo un aumento delle preoccupazioni globali e delle instabilità regionali. La Cina si è posizionata al centro delle attenzioni. Il presidente Xi Jinping è tornato in Europa dopo 5 anni e va posto in rilievo l’incontro con gli omologhi francese Emmanuel Macron e della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Una decina di giorni dopo ha accolto Vladimir Putin a Pechino. Nel frattempo, è ripartita la guerra commerciale Cina-Stati Uniti, che inevitabilmente condizionerà anche l’Europa. Gli USA, per voce del loro presidente Joe Biden, hanno annunciato un aumento dei dazi doganali per diversi prodotti, coinvolgendo in maniera particolare il mondo delle auto elettriche. Verso fine mese l’esercito cinese ha inoltre svolto importanti manovre militari con il dichiarato scopo di esercitare pressioni sul nuovo governo di Taiwan.

La situazione inerente ai conflitti armati in atto in Ucraina e sulle sponde orientali del Mar Mediterraneo resta tesa: ogni evento ha il potenziale di far precipitare la realtà in una spirale ancora più problematica di quella attuale. Gli sforzi profusi dalla comunità internazionale per promuovere colloqui tra le parti continuano a non essere premiati da progressi reali.

In maggio il panorama geopolitico è rimasto sostanzialmente invariato, le notizie in alcuni casi si sono però fatte più gravose e cariche di tensioni, riflettendo un aumento delle preoccupazioni globali e delle instabilità regionali. La Cina si è posizionata al centro delle attenzioni. Il presidente Xi Jinping è tornato in Europa dopo 5 anni e va posto in rilievo l’incontro con gli omologhi francese Emmanuel Macron e della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Una decina di giorni dopo ha accolto Vladimir Putin a Pechino. Nel frattempo, è ripartita la guerra commerciale Cina-Stati Uniti, che inevitabilmente condizionerà anche l’Europa. Gli USA, per voce del loro presidente Joe Biden, hanno annunciato un aumento dei dazi doganali per diversi prodotti, coinvolgendo in maniera particolare il mondo delle auto elettriche. Verso fine mese l’esercito cinese ha inoltre svolto importanti manovre militari con il dichiarato scopo di esercitare pressioni sul nuovo governo di Taiwan.
La situazione inerente ai conflitti armati in atto in Ucraina e sulle sponde orientali del Mar Mediterraneo resta tesa: ogni evento ha il potenziale di far precipitare la realtà in una spirale ancora più problematica di quella attuale. Gli sforzi profusi dalla comunità internazionale per promuovere colloqui tra le parti continuano a non essere premiati da progressi reali.

Le principali attenzioni in termini macroeconomici, in questo momento, vengono riservate agli USA. Ogni dato pubblicato e ogni dichiarazione dei membri del direttorio della Fed sviluppano particolari valutazioni. Gli investitori esaminano ogni informazione alla luce del potenziale impatto sui tassi di interesse. L’equilibrio tra inflazione e crescita economica è delicato e del resto la visibilità resta limitata. Il costo della vita non è sceso su livelli tali da permettere alla banca centrale di poter procedere con tagli dei tassi d’interesse. Parimenti si ha timore che la situazione congiunturale non sia abbastanza solida da poter fare a meno del sostegno delle autorità monetarie. Ogni variabile è per tanto in grado di influenzare repentinamente gli umori degli investitori, portandoli ad avere reazioni contrastanti anche solo sull’arco di poche sedute.

In Europa la Banca Centrale sembra poter beneficiare di un margine di manovra più ampio. È infatti largamente previsto che in occasione della riunione del 6 di giugno si procederà con una riduzione del costo del denaro. Le attenzioni degli investitori si stanno comunque già posizionando sulle possibili prospettive oltre questo appuntamento.

Quanto sopra porta quindi a considerare come sia presente il rischio che le due principali istituzioni monetarie mondiali possano ritrovarsi a dover agire in maniera non uniforme. Si tratterebbe di una situazione tutt’altro che usuale e quindi potenzialmente ricca di incognite per le possibili implicazioni.

Prospettive

Giugno si presenta con un calendario denso di eventi importanti. A livello politico si devono segnalare le elezioni europee dal 6 al 9 e quindi la conferenza di Pace sull’Ucraina in programma in Svizzera tra il 15 ed il 16. Le principali banche centrali terranno le loro regolari riunioni nei giorni che vanno dal 6 al 20.

I mercati finanziari guarderanno con maggiore attenzione agli appuntamenti relativi agli istituti di credito centrali. Come scritto nella pagina precedente, la situazione macroeconomica non è di facile lettura e quindi i banchieri saranno chiamati ad un delicato esercizio di diplomazia per spiegare le loro visioni in maniera tale da infondere fiducia ad economia e mercati finanziari. Senza inoltre dimenticare come la regolare pubblicazione di dati macroeconomici avrà il potenziale di sensibilmente influire sull’umore degli investitori. La situazione politica per contro sarà analizzata in funzione dei segnali di stabilità che potrà (o riuscirà) a dare.

Le attenzioni per l0 sviluppo della campagna elettorale negli USA sono rimaste in secondo piano per buona parte delle ultime settimane, è però probabile che questa tendenza debba invertirsi a seguito degli strascichi che sta creando il processo a cui è sottoposto il candidato repubblicano Donald Trump. Bisogna altresì ritenere come da più parti si ritenga che le iniziative del presidente attuale Joe Biden in tema di dazi doganali sui prodotti cinesi posseggano pure una logica elettorale.

In sintesi, il mese di giugno sarà caratterizzato da eventi cruciali che avranno un impatto significativo sia sulla politica globale che sui mercati finanziari, richiedendo una gestione attenta e strategie di investimento prudenti.