Lettera Mensile Maggio 2020

EVENTI CHIAVE

L’Europa sta uscendo dalla fase di estreme restrizioni imposte per contrastare il diffondersi del CoVid-19; nel corso del mese di maggio la maggioranza dei paesi ha rimosso la gran parte dei vincoli permettendo alle attività economiche di rimettersi in moto. In giugno vi sarà un nuovo passo importante con la riapertura delle frontiere.

In questo mese i governi dell’UE si sono mossi per cercare delle soluzioni (aiuti) comuni e la creazione di un fondo targato Europa (elaborato, ma non ancora ratificato) potrebbe essere un passo importante non solo per fronteggiare l’attuale crisi, ma anche per creare una nuova base per un Europa fiscalmente più allineata.

Negli Stati Uniti il presidente D. Trump vorrebbe accelerare i tempi di riapertura economica, ma i numeri del Coronavirus lo impediscono. Si tratta però, nella visione di Trump, di una riapertura “interna” con un occhio attento alla de-globalizzazione. Non passa giorno infatti che il governo USA non faccia riferimento all’accordo commerciale siglato tra i due paesi criticando l’atteggiamento della Cina ed il non rispetto dei parametri concordati.

Ad accendere ulteriormente la tensione si sono aggiunte le nuove frizioni tra Cina ed Hong Kong, con gli USA chiaramente schierati a favore dell’ex colonia inglese. Il governo cinese ha fatto capire, senza mezzi termini, che non accetterà alcuna ingerenza sul tema.

In aprile avevamo assistito ad una “disruption” storica sul mercato petrolifero, con prezzi negativi per il future sul greggio. Nel corso del mese di maggio la situazione si è normalizzata anche grazie alla scelta unilaterale di alcuni paesi di ridurre ulteriormente la produzione. Il bilancio domanda/offerta è quindi migliorato (con effetto benefico sui prezzi), anche se si stima che vi sia ancora un’eccedenza produttiva tra i 5 ed i 10 milioni di barili al giorno.

Lo sviluppo positivo delle statistiche sul CoVid-19 non ha frenato i principali governi mondiali e le banche centrali, che continuano a studiare ed annunciare nuovi piani di aiuto. In effetti i numeri sulla disoccupazione e le prospettive macroeconomiche sono allarmanti e il timore di una seconda ondata di contagi rimane una prospettiva realistica e preoccupante.

La FED ancora una volta guida il gruppo delle banche centrali, seguita dalla BCE, PBoC ed altri istituti, mentre a livello governativo ribadiamo la grande opportunità che si presenta all’UE con il fondo “next generation”.

L’Inghilterra, ancora stretta nella morsa della pandemia, sta cercando di proseguire la trattativa di BREXIT finalizzando degli accordi con l’UE, ma la situazione sanitaria lascia presagire che il processo subirà ulteriori rallentamenti favorendo quindi in una prima fase un accordo basato sui principi del WTO e quindi senza clausole di favore.

PROSPETTIVE

Uno dei maggiori dibattiti al momento risulta essere la divergenza esistente tra i dati macroeconomici e l’evoluzione dei mercati. Sicuramente gli importantissimi aiuti annunciati ed in parte già stanziati hanno un peso specifico importante, in secondo luogo i processi di riapertura dell’economia ed i dati incoraggianti sul rallentamento del virus forniscono una base di ottimismo.

Si tratterà ora di valutare se le aspettative macro per il secondo trimestre

saranno o meno disattese. Come scritto lo scorso mese, i dati prospettici sono molto negativi, ma le incognite rimangono importanti.

I risultati societari per il primo trimestre si sono rivelati mediamente superiori alle attese, ma con poca visibilità sui mesi futuri. Si dovrà quindi navigare ancora a vista in quanto è probabile che vi saranno momenti di elevata volatilità.