Lettera mensile luglio 2022

Eventi chiave

Il 21 luglio forse non rimarrà negli annali della storia, ma fissa sicuramente una data importante per lo sviluppo economico e politico dei prossimi mesi all’interno dell’Europa (e non solo). La BCE, come facilmente prevedibile, si è allineata alle altre banche centrali nel processo di rialzo dei tassi di interesse dopo 8 anni di tassi negativi (nonché a 11 dall’ultimo rialzo) Contemporaneamente in Italia la crisi di governo è sfociata nelle inevitabili dimissioni di M. Draghi. Ironia della storia, il Presidente della BCE che aveva portato i tassi di interesse in territorio negativo ha dato le dimissioni da Primo Ministro il medesimo giorno in cui i tassi di riferimento europei sono tornati a 0%.

Non vi è mai un buon momento per una crisi di governo, ma alla luce dell’attuale situazione internazionale, le dimissioni di Mario Draghi indeboliscono la coesione europea nei confronti della Russia. La riapertura del gasdotto NordStream 1 (anch’essa datata 21 luglio), post chiusura per manutenzione, sicuramente allevierà la pressione per qualche giorno, ma i giochi politici relativi alle (reciproche) sanzioni continueranno anche nel corso dei prossimi mesi ed è indispensabile che l’Europa si dimostri forte e unita in queste circostanze.

Anche la crisi di governo nel Regno Unito (seppur non più paese membro della Comunità Europea), con il primo ministro B. Johnson “condannato” a dare le dimissioni dopo l’ennesimo scandalo che l’ha visto coinvolto, non giova sicuramente all’Europa. Il mese di settembre potrebbe portare ad un differente equilibrio politico a livello continentale. Come abbiamo avuto modo di ribadire nelle precedenti lettere, l’obiettivo primario delle banche centrali in questo momento risulta essere la lotta all’inflazione. Se la BCE si è appena aggregata al club degli istituti che hanno intrapreso la strada del rialzo dei tassi, la FED si trova in una fase più avanzata di questo processo. Ciò non le ha impedito, a fine mese, di ritoccare nuovamente di tassi direttori di 75 punti base, portandoli al 2.25%.

Nell’arco di quattro mesi i tassi di riferimento sono passati da 0% a 2.25%, segnando il rialzo più repentino implementato dalla FED negli ultimi 40 anni. A titolo di paragone, nell’ultimo ciclo di rialzo i tassi erano passati da 0% a 2.25% nell’arco di 3 anni (2015-2018).

While another unusually large increase could be appropriate at our next meeting, that is a decision that will depend on the data … The labor market is extremely tight, and inflation is much too high

J. Powell, Presidente Federal Reseve

Prospettive

Nel mese di agosto vivremo la consueta flessione dei volumi sui differenti mercati finanziari, ma questo non significa che non ci possano essere soprese e, soprattutto, potrebbe portare ad un incremento della volatilità.

Nella seconda metà del mese verranno pubblicati diversi dati sulla crescita economica e sull’inflazione che potranno dare una scossa ai mercati e probabilmente definiranno la politica monetaria delle banche centrali nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno. Ciò vale tanto per gli USA quanto per l’Europa dove i banchieri centrali dovranno bilanciare un gioco di equilibrismo tra lotta all’inflazione e rallentamento economico.

Al momento la priorità è dichiaratamente (su entrambi i fronti dell’atlantico) il contenimento del rialzo dei prezzi, ma futuri dati di crescita particolarmente negativi potrebbero invertire l’ordine delle priorità. Non ci aspettiamo un’evoluzione positiva sul conflitto ucraino e nel contempo confidiamo che la politica estera USA non surriscaldi gli animi in Asia (con la ventilata visita di N. Pelosi, speaker della Camera USA, a Taiwan). I mercati hanno già scontato buona parte delle notizie negative (leggasi rallentamento economico) così come i prossimi rialzi dei tassi di riferimento da parte delle banche centrali.

Una deviazione da tale percorso (a causa di una recessione più marcata o da un’evoluzione inattesa dell’inflazione) potrebbe causare nuove turbolenze per gli indici finanziari. Le elezioni dei prossimi mesi (Regno Unito, Italia e mid-term election negli USA) potranno, come detto, portare a nuovi equilibri politici che potrebbero in parte condizionare i mercati nel corso degli ultimi mesi dell’anno.