Eventi chiave
La data segnata in rosso sul calendario geopolitico di questo mese è quella di sabato 24. La rivolta del gruppo Wagner ad un certo punto sembrava avere il potenziale di far precipitare la Russia nel caos più totale.
Le notizie provenienti dall’Est portavano a considerare con grande serietà l’eventualità di uno stravolgimento totale della situazione. Buon per i mercati finanziari che una giornata contrassegnata da tanta incertezza sia coincisa con un momento dove essi erano chiusi. Ora come ora resta però data una mancanza di visibilità sull’effetto che gli eventi avrebbero potuto avere sulla solidità relativa alla conduzione di un attore tanto importante sulla scena mondiale.
La situazione militare resta indubbiamente in cima alla lista delle preoccupazioni alla luce del conflitto in Ucraina e del rischio derivante dalla presenza di armi nucleari di varia potenza. Il pericolo di azioni al limite (o oltre) della scelleratezza è ben illustrato dalla catastrofe indotta con la distruzione della diga di Novaya Kakhovka.
Impossibile però non porre in chiaro risalto anche come il quadro di alleanze politiche sia una realtà tanto delicata, quanto importante sullo scacchiere globale. Insomma: nella serata di sabato 24 giugno la situazione di breve termine era meno drammatica, ma nel contempo si era delineata una situazione di difficile lettura.
Il quadro geopolitico mondiale è veramente delicato ed in quest’ottica vale la pena citare una situazione passata in secondo piano: ad inizio mese l’Arabia Saudita ha reso noto un taglio di produzione di petrolio per sostenerne il prezzo.
I servizi segreti USA hanno rivelato un retroscena: il principe Mohammed bin Salman avrebbe privatamente parlato di possibili severe ritorsioni dopo che Joe Biden a sua volta non avrebbe escluso “conseguenze” per tale agire da parte della nazione guida dell’Opec.
“Gli ho consigliato di non ucciderlo”
Parecchi media occidentali hanno riportato questa affermazione fatta sabato 24 da Lukashenko a Putin a proposito di Prigozhin
Il quadro macroeconomico si è confermato sui livelli dei mesi precedenti: sia l’evoluzione del costo della vita, sia lo sviluppo della crescita economica preoccupano in molte economie di paesi sviluppati.
Il primo fattore resta posizionato su livelli troppo elevati per poter venir accettato senza grandi problemi. BNS e BCE in occasione delle loro riunioni regolari di giugno hanno provveduto ad alzare il costo del denaro e, nel contempo, hanno definito non concluso tale movimento.
La Fed dal canto suo aveva lanciato chiari segnali di “nulla di fatto” per il meeting di metà mese e così è stato.
Powell, nella conferenza stampa a seguito di questa riunione, ha però corretto il tiro per il futuro: a questo punto l’evoluzione del costo della vita continua ad avere un ritmo che verosimilmente richiederà ancora qualche ritocco al rialzo del costo del denaro.
Le caratteristiche attuali della crescita economica fanno pensare a situazioni simili già viste in passato, allorquando nella maggior parte dei casi si ebbe un peggioramento.
La realtà attuale per contro sembra essere di buona tenuta.
La Cina continua a costituire un’eccezione a quanto illustrato sopra: anche in giugno le autorità hanno denotato un atteggiamento proattivo in termini si spinta allo sviluppo macroeconomico.
Prospettive
Il quadro geopolitico attirerà sicuramente grandi attenzioni. Si attende con particolare interesse di capire quale impatto hanno avuto gli eventi di sabato 24 giugno sulla stabilità di un paese d’importanza fondamentale come la Russia.
In particolare sarà interessante capire se Putin necessiterà di azioni particolari per consolidare il proprio potere, se sue relazioni con altre nazioni (pensiamo soprattutto alla Cina) resteranno quelle di prima e se i paesi in chiaro disaccordo con il suo potere (gli USA, ma anche l’Europa) decideranno di pronunciarsi con maggior vigore sulla politica interna russa. Il quadro macroeconomico non dovrebbe cambiare molto: grande attenzione verrà riservata ad ogni segnale per quanto riguarda sia l’andamento del costo della vista, sia la crescita economica. Il punto di vista delle banche centrali su entrambe le sponde dell’Atlantico è tornato ad essere uguale per intenzioni (v. rialzo dei tassi d’interesse), ma diverso per tipo d’implementazione (v. portata dei rialzi).
Infine alla luce di quanto detto in precedenza sia per geopolitica, sia per attenzione alla crescita economica, sarà interessante capire quali saranno i prossimi sviluppi delle relazioni tra USA e Cina. La geopolitica avrà il sopravvento (v. relazioni fredde) o le necessità economiche riceveranno maggiori attenzioni (v. colloqui costruttivi)?