Eventi chiave
Dal fronte ucraino non giunge alcun segnale di distensione e le aperture della NATO verso Svezia e Finlandia (dopo il via libera della Turchia) così come l’approvazione formale inerente la possibile entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea non potranno che rendere la situazione ancora più tesa.
Si prospetta in futuro un significativo cambiamento degli equilibri geopolitici soprattutto a livello europeo, le cui ripercussioni sono al momento ancora incerte. In questo contesto di difficoltà geopolitica, segnaliamo la sconfitta del partito di Macron alle recenti elezioni parlamentari. Il partito del Presidente Francese (rinominato recentemente “En-Marche”) ha perso la maggioranza assoluta. Anche la tematica Covid non sembra dare tregua: la situazione in Cina è in chiaro miglioramento, con diverse metropoli (o quartieri delle stesse), che hanno riaperto alle attività commerciali ed industriali. Questo dovrebbe permettere una ripresa del flusso delle materie prime (lavorate e/o semilavorate) provenienti dall’Asia. In Europa invece sembra che il numero dei casi abbia ripreso a salire, seppur per il momento non sembra che il virus sia particolarmente aggressivo (numero delle ospedalizzazioni relativamente contenuto). I mercati azionari si sono però mossi soprattutto a seguito delle aspettative inflattive e di contrazione economica.
Gli ultimi dati pubblicati sull’inflazione hanno fatto segnare livelli che si erano visti per l’ultima volta nel secolo scorso. Le banche centrali di tutto il mondo (con poche eccezioni, tra le quali la Cina) si stanno affrettando ad alzare i tassi di interesse per arginare questa spirale di crescita dei prezzi.
La FED ha portato i propri tassi direttori all’1.75% (ed ha un obiettivo in zona 3%), la Banca Nazionale Svizzera, anticipando la BCE ha rialzato da -0.75%a -0.25% il proprio tasso di riferimento e ci si attende che la BCE segua questa tendenza in occasione della riunione di luglio. Contemporaneamente, a rendere più complesso il lavoro delle banche centrali, gli ultimi dati sulla crescita economica non risultano particolarmente incoraggianti. Le istituzioni preposte dovranno quindi gestire con grande equilibrio la lotta all’inflazione e il rallentamento economico. Sarà un lavoro molto difficile, come attestano le parole di J. Yellen, che ha di fatto ammesso che la FED si è mossa in ritardo per quanto attiene la politica monetaria
The recession risks are going up partly because monetary policy could have pivoted a little bit earlier than it did.
J. Yellen, Treasury Secretary USA
Ci preme chiudere questa prima parte della nostra lettera mensile menzionando il 50° anniversario di Finpromotion, che ha avuto luogo alcune settimane or sono.
Un traguardo sicuramente importate che attesta anche la fedeltà ed il rapporto di fiducia che si è instaurato negli anni con i nostri affezionati clienti, che vogliamo per questo ringraziare di cuore.
Come abbiamo già avuto modo di segnalare in una passata lettera mensile, questo traguardo è stato suggellato anche dall’accordo strategico siglato con Cornèr Banca, che ci permette di guardare con accresciuta fiducia al futuro, soprattutto in questi tempi particolarmente difficili.
Prospettive
Il mese di giugno si è chiuso con una contrazione media dei mercati azionari superiore all’8%, portando alla contrazione dei principali indici di riferimento vicino al -20% (Nasdaq USA a -30%). Ancora più eclatante, non solo in termini relativi, la flessione dei valori obbligazionari, che ha raggiuto mediamente il 15%. L’evoluzione delle prossime settimane dipenderà principalmente dallo sviluppo dei dati sulla crescita economica e dall’evoluzione dell’inflazione: sono questi i due fattori, abbinati alla politica monetaria delle banche centrali, che determineranno la direzione dei mercati finanziari.
Già scontato il processo di rialzo tassi (e riduzione della liquidità) delle banche centrali, qualora i dati su inflazione e PIL dovessero essere costruttivi potremmo assistere ad una ripresa dei mercati. Anche uno sviluppo favorevole della guerra in Ucraina dovrebbe favorire i mercati, ma al momento non vediamo fattori a supporto di un’imminente cessazione dei combattimenti. A metà luglio le società inizieranno a pubblicare i risultati trimestrali ed anche questa potrebbe rivelarsi una discriminante importante.
Rimane fondamentale verificare costantemente la qualità degli investimenti presenti in portafoglio ed eventualmente implementare i dovuti correttivi a dipendenza dell’evolvere della situazione.