Eventi chiave
I venti di guerra che spiravano sul confine orientale ucraino si sono trasformati in tempesta e, in pochi giorni, l’Europa ed il mondo occidentale si sono trovati proiettati in uno scenario di guerra che nessuno aveva previsto. In effetti l’invasione operata dall’esercito di V. Putin non ha coinvolto “solo” le province controllate dai separatisti filo-russi, bensì ha interessato tutto il Paese.
L’Unione Europea si è unita nell’implementare significative e mirate restrizioni nei confronti di specifici settori e personaggi legati alla politica ed all’economia russa. Al momento non sono state decise misure nei confronti del settore energetico, ma sensibili restrizioni sono state emanate a livello finanziario (esclusione di quasi tutte le banche russe dal sistema di pagamento internazionale SWIFT).
“What is happening now in Ukraine is a real people’s war. We will not fall. We will not stop or get tired. We are determined to fight back fiercely as long as it is needed to defend our land and our people D. Kuleba, Ukraine Foreign Minister We are stepping up our support for Ukraine. For the first time, the EU will finance the purchase and delivery of weapons and equipment to a country under attack. We are also strengthening our sanctions against the Kremlin ”
U. von der Leyen, President European Commission
La guerra in Ucraina ha fatto passare in secondo piano le altre tematiche che ci avevano accompagnato negli ultimi mesi: la crisi sanitaria non è scomparsa, ma sembra aver perso la sua caratteristica pandemica.
Alcune nazioni hanno già deciso di abolire totalmente le misure restrittive implementate a partire dal febbraio 2020, altre stanno valutando modi e tempi per riportare la “vita comune” a livelli pre-pandemici. Sul fronte economico non è invece sparito il timore inflattivo: seppur con minor vigore, le voci dei rappresentati di FED e BCE (soprattutto) hanno ribadito il rischio di un’esagerata crescita dei prezzi.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere, la BCE per il momento dovrebbe astenersi dall’incrementare i tassi di interesse. Strada opposta invece quella scelta dagli Stati Uniti, dove molto probabilmente assisteremo al primo rialzo dei Fed Funds già nel corso del mese di marzo. I timori inflattivi potranno attingere nuova linfa dalla guerra in Ucraina: infatti non solo il paese accoglie uno tra i principali gasdotti trans-europei (con le chiare e possibili ulteriori ripercussioni sul prezzo di gas e petrolio), ma l’Ucraina è anche il “granaio d’Europa” e un protrarsi del conflitto potrebbe portare ad un significativo incremento del prezzo del grano e dei suoi derivati.
Prospettive
Difficile in questo momento valutare le prospettive future: l’impatto dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina ed i futuri sviluppi della situazione saranno fattori predominanti per il futuro sviluppo dei mercati azionari. Capire dove porteranno le misure internazionali ai danni della Russia e soprattutto quali saranno le eventuali ritorsioni che metterà in campo il governo di V. Putin avrà un ruolo predominante nelle analisi delle prossime settimane.
I mercati finanziari hanno assorbito le notizie delle banche centrali in merito alla futura politica monetaria, ma i nuovi sviluppi potrebbero indurre FED e BCE a rivedere i loro piani a dipendenza dell’evoluzione dell’inflazione e dell’incidenza che il conflitto ucraino potrà avere sulla crescita economica (soprattutto europea). La volatilità rimarrà fintanto che la crisi (guerra) ucraina non verrà risolta.
I primi negoziati hanno avuto luogo e, come facilmente presumibile, non hanno sortito alcun risultato significativo. Le misure adottate nei confronti della Russia non avranno un effetto immediato e probabilmente produrranno un effetto boomerang anche sui mercati occidentali. Rimaniamo convinti della qualità dei nostri investimenti, per cui al momento non prevediamo di modificare la struttura dei portafogli. Valuteremo comunque attentamente l’evolversi della situazione per determinare eventuali interventi puntuali.