Lettera mensile Aprile 2023

Eventi chiave

Il primo mese del nuovo trimestre non è stato caratterizzato da un tema che ha dominato la scena. Non si sono nemmeno avute novità particolari. La geopolitica resta incentrata soprattutto sulla guerra in Ucraina.

Gli eventi sui campi di battaglia restano drammatici, ma le manovre principali sono diventate quelle di stampo politico. Si ha infatti sempre più l’impressione che ad uno scontro tra eserciti, ne faccia riscontro uno tra blocchi: quello statunitense e quello cinese. Nei primi giorni del mese i presidenti francese Macron e quella della Commissione Europea von der Leyen si sono recati in visita di stato a Pechino.

Il primo si è preoccupato di segnalare come l’Europa non voglia venir vista come entità in linea con gli interessi USA mentre la seconda ha tenuto un atteggiamento più risolut0 nella ricerca della pace.

È chiaro che se gli eventi della guerra vengono decisi in luoghi lontani dai campi di battaglia, il rischio è che la drammaticità dei combattimenti giunga meno diretta alle orecchie di chi tira le fila della realtà.

“Il modo in cui Pechino reagirà alla Guerra di Putin sarà determinante per il futuro delle relazioni tra Unione Europea e Cina. ”

Ursula von der Leyen, presidente Comunità Europea il 6 aprile in occasione della visita di stato a Pechino

La realtà macroeconomica è vissuta su un’altalena di emozioni con la tematica dell’inflazione da un lato e quella relativa al rischio di recessione dall’altro.

Ogni dato relativo all’andamento della congiuntura è stato esaminato con la doppia lente imposta dai due concetti appena espressi. I direttori di Fed e BCE si riuniranno a brevissimo termine e quindi solo tra poche ore avremo informazioni ufficiali su come questi gremi intendono reagire alle variabili economiche. I loro esponenti che hanno preso la parola recentemente non hanno fatto mistero di come l’andamento del costo della vita non possa (ancora) passare in secondo piano e quindi permettere di prendere misure unicamente atte a proteggere il ciclo economico.

L’unica grande banca centrale che si è riunita in aprile è stata quella nipponica. L’appuntamento era oltremodo atteso in quanto costituiva il debutto del nuovo governatore: Kazuo Ueda.

Si pensava che egli potesse prendere impegni diversi da quelli esclusivamente votati al sostegno dell’economia (ricordiamo che la BoJ restava l’unica fedele all’atteggiamento che ha caratterizzato la realtà del secondo decennio di questo secolo). In realtà la sola decisione di peso è stata quella di interrompere i piani stimolativi, non si è però avuto nessun impegno relativo ad eventuali misure di drenaggio della liquidità.

Aprile coincide con l’inizio del nuovo trimestre ed a livello di microeconomia tutto questo fa rima con pubblicazione dei dati relativi ai risultati societari del primo quarto del 2023. La cosiddetta stagione degli utili è iniziata un paio di settimane orsono ed il suo andamento, su entrambe le sponde dell’Atlantico, si sta rivelando piuttosto positivo in quanto vengono smentiti parte dei timori della vigilia. Il mondo societario non sta di fatto segnalando l’imminenza di una recessione.

Prospettive

Le prospettive geopolitiche non sembrano promettere nessun miglioramento tangibile: in questo momento si può solo sperare che vengano compiuti passi nella direzione della pace per il conflitto in Ucraina. Sarà però soprattutto il tenore della retorica tra USA e Cina a farci capire se sarà possibile prevedere tensioni internazionali più stemperate. Il mondo finanziario per contro, a corto termine, penderà dalle parole delle banche centrali.

Per tutti sarà oltremodo interessante sapere se esse riterranno di avere sempre l’inflazione quale preoccupazione di peso o se potranno aprire, e se del caso con quale intensità, a misure a favore della congiuntura; ciò in un momento dove più indicatori segnalano come in passato livelli simili a quelli attuali siano sfociati in un rallentamento economico. È inoltre doveroso prevedere che anche nelle prossime settimane ogni dato macroeconomico sarà valutato sia in termini di inflazione, sia in funzione del rischio recessione. L’ultimo spazio è dedicato ad una situazione tipica di questi tempi: negli USA ci si avvicina al tetto massimo che può raggiungere il debito dello Stato. Tale limite è fissato dalla legge e quindi tocca al parlamento intraprendere i necessari passi per ovviare alla situazione.

È lecito prevedere uno sviluppo politico della faccenda, ovvero con una retorica parecchio accesa.