Eventi chiave
Il mese di agosto ha visto i mercati finanziari concentrarsi maggiormente
sulle notizie provenienti da banche centrali e macroeconomia, piuttosto che
su quelle di natura geopolitica.
La situazione resta comunque particolarmente tesa sia in Medio Oriente, sia tra Ucraina e Russia.
Nel primo caso, da un lato, continuano gli sforzi per raggiungere una tregua, ma dall’altro, la spada di Damocle dell’intervento diretto dell’Iran incombe su un conflitto che coinvolge sempre più il Libano.
In Europa orientale, la notizia principale riguarda l’entrata delle truppe ucraine in territorio russo e Mosca ha reagito a questa recrudescenza aumentando l’intensità dei bombardamenti.Il principale evento nel quadro politico degli Stati Uniti è stata la convention del Partito Democratico, durante la quale è stata formalizzata la candidatura di Kamala Harris alle elezioni presidenziali.
La corsa per la Casa Bianca tra lei e Donald Trump è attualmente un testa a testa che rende impossibile individuare un candidato favorito.
È interessante notare come si stiano cristallizzando programmi elettorali agli antipodi per parecchi aspetti.
“The time has come for policy to adjust. The direction of travel is clear, and the timing and pace of rate cuts will depend on incoming data, the evolving outlook and the balance of risks.”
(23.08.24, J. H. Powell a Jackson Hole)
Macroeconomia e banche centrali hanno catturato l’interesse degli investitori.
I dati sul mercato del lavoro USA, pubblicati all’inizio del mese, hanno mostrato un incremento della disoccupazione tale da far prevedere una possibile recessione.
Questo rischio crescente si è scontrato con una Fed che fino a quel momento aveva considerato l’inflazione come il pericolo maggiore, mostrandosi quindi poco incline a favorire rapidi tagli dei tassi d’interesse e il relativo sostegno all’economia. La Fed ha un doppio mandato: assicurare stabilità dei prezzi e massima occupazione; sebbene per lungo tempo il primo compito sia stato al centro delle principali preoccupazioni, anche il secondo necessita di accurata attenzione.
Nel contempo il costo della vita continua ad essere caratterizzato da una traiettoria tendenzialmente discendente A cavallo tra luglio e agosto, alcuni commenti inaspettatamente hawkish della BoJ hanno reso nervosi gli investitori.
I due fattori provenienti da USA e Giappone hanno portato a sedute caratterizzate da una volatilità che in questo secolo si era vista solo nel 2009 (crisi finanziaria) e nel 2020 (scoppio della pandemia).
Nella seconda metà del mese, eventi di grande importanza hanno influenzato l’atteggiamento della Fed riguardo ai tassi d’interesse. I verbali della riunione del 31 luglio hanno mostrato un gremio più incline a ridurre il costo del denaro rispetto a quanto lasciato intendere dal suo presidente durante la conferenza stampa successiva al meeting. In seguito, al convegno per banchieri centrali di Jackson Hole, Powell ha chiaramente aperto alla possibilità di ridurre il costo del denaro.
Nel momento (quello delle vacanze estive) caratterizzato da volumi contenuti, situazioni di tale rilievo quanto quelle appena descritte ha amplificato a dismisura i movimenti dei mercati. I quali hanno per altro presentato un quadro non uniforme a livello di andamento dei loro singoli segmenti.
Prospettive
Settembre si preannuncia come un mese caratterizzato da importanti appuntamenti. La campagna elettorale USA sarà contrassegnata dal primo dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump.
Il fatto che l’esito di una contesa tra due candidati con programmi particolarmente divergenti resti assolutamente incerto non permette agli investitori di pianificare la gestione degli eventi. In termini di economia e banche centrali, si prospetta un periodo indubbiamente interessante: queste ultime torneranno a riunirsi a distanza di ben due mesi, vista la pausa estiva.
I responsabili delle varie politiche monetarie saranno chiamati a prendere decisioni di rilievo, ed è altamente atteso che in molti casi si opti per una riduzione del costo del denaro. In particolare, la Fed sarà al centro delle attenzioni: l’ultima volta che aveva ritoccato al ribasso i tassi d’interesse era stato a marzo 2020 (in piena crisi pandemica), mentre successivamente, dopo aver mantenuto i tassi guida poco sopra lo 0% fino a inizio 2022, è più volte intervenuta facendoli salire fino a metà 2023 all’attuale livello di oltre il 5%. Le attese per la Banca Centrale Europea e la Banca Nazionale Svizzera sono anch’esse di riduzione dei tassi d’interesse.
Molte banche centrali hanno quindi la necessità di adottare un atteggiamento stimolativo, mentre la Bank of Japan è chiamata ad agire in un contesto diametralmente opposto.
Come sempre in questi casi, gli investitori saranno molto attenti a cercare di interpretare qualsiasi informazione proveniente dall’economia e dai banchieri centrali.
Settembre è storicamente un mese di stagionalità non favorevole per i mercati finanziari, spesso caratterizzato da una maggiore volatilità e performances negative.
In questo contesto è fondamentale adottare un approccio prudente e diversificare il portafoglio per mitigare i rischi.