Lettera mensile Agosto 2021

Eventi chiave

Il ritiro delle truppe USA ed alleate dall’Afghanistan, dopo 20 anni di occupazione, oltre alla terribile crisi umanitaria contribuisce ad innalzare nuovamente il clima di incertezza in un’area del mondo già contraddistinta da grandi difficoltà ed estrema instabilità.

Senza voler in questa sede discutere sulla bontà della decisione statunitense, possiamo con certezza affermare che nei prossimi mesi la tensione salirà ulteriormente e non si può escludere che tale situazione venga portata anche all’estero, con un ritorno degli attentati terroristici che avevano coinvolto principalmente i Paesi europei. Dalla Cina sono invece giunte scosse di carattere economico: già il mese scorso accennavamo all’intenzione del governo di introdurre regole restrittive con l’obiettivo (non esclusivo) di favorire lo sviluppo di una società economicamente più equilibrata.

Nel corso del mese di agosto questo programma è stato ampliato, andando a coinvolgere nuovi settori e società. Questa nuova via sarà sicuramente lunga e non priva di imprevisti, ma risulta essere un processo imprescindibile per il Governo Centrale del Paese. Purtroppo la tematica Covid continua ad accompagnarci: il propagarsi della variante Delta ha costretto diversi Paesi ad alzare nuovamente il livello di guardia. Nessuno ritiene opportuno imporre misure restrittive assolute, ma limitazioni di movimento temporanee e/o geografiche sono già in atto. In agosto la comunità finanziaria ha focalizzato la propria attenzione sull’ormai tradizionale evento di fine mese: il meeting di Jackson Hole, consueto punto di ritrovo annuale per i banchieri centrali di “tutto” il mondo. Grande interesse per il discorso di J. Powell, nella speranza di poter capire le future mosse della banca centrale statunitense. Il presidente della FED ancora una volta ha utilizzato un approccio accomodante: riconoscendo la necessità di prepararsi all’uscita del processo di QE, ha chiaramente sottolineato che un rialzo dei tassi direttori rimane una misura ancora molto lontana.

“the timing and pace of the coming reduction in asset purchases will not be intended to carry a direct signal regarding the timing of interest rate liftoff, for which we have articulated a different and substantially more stringent”

J. Powell, Presidente Banca Centrale USA

Un breve accenno alle prossime elezioni federali in Germania, previste per il prossimo 26 settembre: dopo 16 anni a capo del governo, si chiuderà l’ “era Merkel”, mentre i sondaggi segnalano un calo delle preferenze per il partito della Cancelliera (CDU) a favore del partito socialista (SPD).

 

Prospettive

I mesi futuri ci vedranno probabilmente confrontati con un differente approccio di politica monetaria da parte della FED: è probabile che già a settembre J. Powell annunci una futura riduzione del QE, passando in modo scalare dagli attuali 120 mia USD al mese a importi via via più contenuti. Il vero inizio di questo processo di “tapering” dovrebbe formalizzarsi tra novembre e dicembre di quest’anno.

Questo sviluppo potrebbe portare nuove incertezze ed un aumento della volatilità sul mercato. Chi invece non pare intenzionato a modificare i piani di sostegno sono i governi centrali che hanno implementato (o stanno implementando) dei piani di aiuto economico sull’arco di diversi anni. Inoltre i recenti tragici eventi metereologici (alluvioni, incendi, uragani) hanno accentuato la coscienza ecologica globale, ciò che potrebbe portare a nuovi investimenti in questo comparto (in aggiunta a quanto annunciato in campagna elettorale da J. Biden). Non ci aspettiamo significative ripercussioni sul mercato per quanto riguarda le elezioni in Germania: allo stato attuale delle cose il rischio maggiore pare essere circoscritto a “tempi lunghi” per formare l’ennesima Grosse Koalition (come d’altronde era già stato il caso in occasione delle ultime elezioni, quando il governo venne formato sei mesi dopo le elezioni).

Abbiamo accennato all’inizio ai possibili rischi derivanti dalla nuova, esplosiva, situazione in Afghanistan: il rischio di esportazione del terrorismo non può essere nascosto, ma anche in passato i mercati finanziari si sono dimostrati cinici di fronte a tali eventi. Non possiamo quindi escludere future oscillazioni di mercato, ma la liquidità presente continua ad essere un elemento di sostegno per gli indici finanziari.